Il netbook di Apple?

Già l’attenzione sul prossimo Macworld Expo era alta, a causa della defezione annunciata di Steve Jobs. Ma con i rumors degli ultimi momenti, la soglia si alza ulteriormente. Le voci che circolano, anche in ambienti autorevoli, sono che al prossimo (e ultimo, almeno per Apple) Macworld di San Francisco Apple potrebbe presentare il suo netbook. Contraddicendo quanto dichiarato recentemente da Jobs (“Non abbiamo intenzione di realizzare un subnotebook”) e spiazzando un po’ tutti, visto che l’introduzione dei nuovi modelli portatili risale a poco tempo fa.

Eppure si parla di una piattaforma in grado di navigare in internet, riprodurre media e lavorare con applicativi di base, che sarà venduta a basso prezzo. Un’immagine che lascia pensare a un apparecchio a metà tra un Macbook e un iPhone, con cui lavorare in leggerezza e mobilità. Un netbook, appunto. E già si parla di prezzi: il Mac(Net)book dovrebbe costare 599 dollari.
Il mercato offre soluzioni comunque produttive a prezzi più interessanti, come il Dell Mini Inspiron con Ubuntu, a 299 euro. Ma con la mela e con Jobs non si sa mai davvero cosa aspettarsi. (Fonte: Kataweb I-Tech)

I subnotebook spaventano i big dell’informatica

Piccolo è bello, ma preoccupa le aziende del settore informatico. L’ascesa dei computer di piccola taglia, che piacciono sempre più visto il loro prezzo contenuto, è vissuta con dubbi e difficoltà, quasi come una cattiva notizia, dai big dell’hardware e del software che vedono assottigliarsi sempre più i propri margini di guadagno.

I subnotebook sono di gran moda in questo periodo, costano circa 300 dollari o euro e sono portatili di dimensioni molto ridotte, con però praticamente hanno tutte le funzionalità dei modelli maggiori, una ottima autonomia e quasi sempre un sistema operativo Linux.

Le aziende pioniere nel settore sono le taiwanesi Asus con il suo Eeepc che oramai è un classico del settore e la Everex che ha realizzato il b-book. E nel settore sta spuntando un interessante mercato indotto degli accessori.

Secondo gli analisti di settore, le nuove classi di computer lowcost possono rappresentare una minaccia per i giganti come Microsoft, Intel, HP e Dell, che hanno costruito le proprie fortune partendo dal teorema che i consumatori vogliono sempre computer più potenti e con maggiori funzioni.

Il principio dei subnotebook, invece, è l’opposto. Non sono dei bolidi informatici iperpotenti, ma sono perfetti per fare cose “normali” come scrivere e fare conti, navigare in Internet e controllare le email. E la loro vita operativa può durare molti anni senza dovere per forza rincorrere aggiornamenti hardware o software.

Dell e HP. hanno lanciato, senza troppa enfasi, dei prodotti alternativi nel mercato dei computer minimali , altri stanno a guardare e affermano di non voler entrare nel segmento di mercato.

<span style=”font-size: 10pt; font-family: ArialFujitsu ha dichiarato di ritenere il trend del comparto pericoloso. «Non stiamo a guardare perchè siamo pigri: stiamo a guadadare perchè anche se questo segmento ha successo, noi la nostra fetta di torta ce l’abbiamo già».

«Si tratta di un prodotto che essenzialmente non ha margine», sottolinea Stan Glasgow, chief executive di of Sony Electronics, precisando che la società «non è interessata a competere con Asus». (Fonte: lastampa.it)

Ecco il pc con l’aria condizionata

Un gruppo di scienziati dell’università di Purdue (Indiana) ha trovato un modo intelligente per raffreddare tutti i chip di un computer, anche quelli che hanno una potenza talmente elevata da produrre fino a 1000 watts di calore nello spazio di un centimentro quadrato di hard disk.

Gli scienziati hanno ideato un sistema nel quale del refrigerante allo stato liquido (composto da idrofluorocarburi) scorre all’interno di minuscoli canali creati dentro gli stessi chip: un’idea in origine brevettata per i radar e le armi di ultima generazione che fanno uso del laser.

Gli idrofluorocarburi che compongono il refrigerante passano dallo stato liquido allo stato di vapore, nel momento in cui entrano a contatto con il chip per raffreddarlo. Una volta compiuta la sua missione, il refrigerante (in parte evaporato) entra in un altro canale: qui torna allo stato liquido, per poi fare nuovamente ritorno al chip e ripetere quindi all’infinito il ciclo di raffreddamento.

Il professore Issam Mudawar, che fa parte del gruppo di ricerca, ha spiegato che la nuova invenzione permetterà a qualunque computer di non superare mai la temperatura limite di 125 gradi Celsius.

Finora nessuna soluzione brillante, a parte quella di ventilatori piccoli e decisamente poco pratici, era stata trovata al problema del surriscaldamento dei microprocessori a causa del troppo calore prodotto dai chip. L’aumento della temperatura è un rischio serio per il pc, in quanto c’è la possibilità perenne che i microprocessori si daneggino e il sistema si blocchi. (Fonte: lastampa.it).

Allarme Ue sulle truffe via cellulare

Dietro alle suonerie ed agli sfondi per i cellulari si nasconde quasi sempre una truffa, o almeno una cattiva informazione: questo il risultato «dell’indagine a tappeto» realizzata a inizio giugno da Bruxelles e presentata oggi dalla commissaria Ue alla tutela dei consumatori Meglena Kuneva. «L’80% dei siti internet in cui vengono venduti i servizi – riassume la commissaria – trae in inganno il consumatore o con prezzi poco chiari o perchè mancano informazioni sul fornitore dei servizi o perchè sono fuorvianti i termini del contratto». E si tratta di una truffa facile facile, visto che la metà dei siti controllati «si dirige a chi è meno protetto: ai bambini», insiste Kuneva.

I casi riportati da Bruxelles parlano chiaro. C’è un consumatore che ha speso 76 euro per un salvaschermo ordinato nel novembre 2007 e che non è mai riuscito ad aprire sul cellulare. I genitori di un bambino di 9 anni, che per sbaglio ha ordinato una suoneria spacciata come gratuita, si sono invece visti recapitare una bolletta di 272,71 euro. Più frequente il caso di contratti che è facile sottoscrivere, ma diventa quasi impossibile interrompere. L’indagine della Commissione si è concentrata su 558 siti internet di 29 paesi europei, i 27 più Norvegia e Islanda. «Nel 50% dei casi – spiega Kuneva – le informazioni sui prezzi sono poco chiare, nel 70% mancano o sono lacunose le informazioni necessarie per contattare il fornitore del servizio e nel 60% dei casi i siti presentano delle informazioni fuorvianti sui contratti».

In Italia sono state controllate sette società ed in cinque casi la Commissione ha rilevato la necessità di andare più a fondo con le indagini. In Europa 54 casi riguardano invece società che operano a livello transnazionale. Ora la commissaria chiede alle autorità nazionali di intervenire sui fornitori di servizi, pretendendo il rispetto delle direttive Ue sulle pratiche sleali (2005/29), sui contratti a distanza (1997/7) e sul commercio elettronico (2000/31).

Se le società non si adegueranno, «dovranno scattare le multe», avverte Kuneva, che non esclude nemmeno di «aprire delle procedure di infrazione» contro quegli Stati membri che non interverranno a dovere per reprimere le truffe. Al momento sette Paesi – Norvegia, Finlandia, Svezia, Lettonia, Islanda, Romania e Grecia – hanno già pubblicato i nomi dei siti in cui sono state riscontrate irregolarità.

Scappano invece da qualsiasi controllo e da qualsiasi azione legale i siti internet che vendono servizi nella Ue, ma che hanno la loro sede legale in Paesi terzi. Il rischio, per i consumatori europei, è che queste società decidano di trasferirsi all’estero per sfuggire proprio alla stretta comunitaria e continuare a compiere truffe in un mercato in piena ebollizione.

Il giro di affari per suonerie e salvaschermi ha raggiunto i 691 milioni di euro nel 2007 ed è in continua crescita. Nei primi mesi del 2008 è già stato registrato un incremento del 18%. Le suonerie la fanno da padrona, arrivando a rappresentare da sole il 29% del «mercato totale» dei contenuti dei cellulari e costituendo anche un’ottima ancora di salvezza per un’industria discografica che vende sempre meno Cd. (Fonte: lastampa.it).

Il mouse prossimo al pensionamento

Secondo una ricerca condotta dagli analisti di Gartner, dopo quarant’anni di onorata attività, il mouse sarebbe pronto per la pensione.

Ancora un lustro e alla comunicazione tra uomo e macchina provvederanno sistemi più aggiornati come gli schermi con tecnologia “touch” o i dispositivi in grado di rilevare gesti del corpo e movimenti facciali.


Sempre più produttori del settore elettronico, infatti, si stanno impegnando nella realizzazione di prodotti con nuove interfacce ispirate al mondo dei videogiochi, che ha già visto l’introduzione di queste innovazioni per facilitare e rendere più coinvolgenti le sessioni interattive.

Come sottolinea un articolo del sito Bbc News, anche le nuove generazioni di telefoni cellulari, come l’iPhone, hanno cominciato a diffondere l’utilizzo di interfacce sensibili al tocco delle dita.

Se il mouse ha i giorni contati, più sicuro sembra essere il ruolo della tastiera, difficile da sostituire con sistemi alternativi efficaci. (Fonte: lastampa.it).

Rallenta la vendita di pc negli USA

La congiuntura economica sfavorevole ha rallentato la crescita del mercato dei computer per casa e ufficio nel secondo trimestre negli Stati Uniti. Lo indicano due ricerche pubblicate ieri.

Circa 17 milioni di personal computer, compresi portatili e prodotti Apple, sono stati forniti negli Usa nel secondo trimestre, con una crescita del 3,6% rispetto allo stesso periodo l’anno scorso, secondo i dati di Idc Worldwide Quarterly PC Tracker. “Come ci si aspettava, il mercato Usa ha avuto una performance rallentata, con una crescita bassa, ad una cifra, a causa delle ristrettezze economiche dei consumatori e delle imprese”, ha affermato David Daoud, research manager alla Idc. Nonostante i tagli ai prezzi dei computer, Daoud ha avvertito che la domanda potrebbe rimanere depressa se la situazione economica non migliora.

Hewlett-Packard, leader nel mercato dei pc, ha perso quote di mercato questo trimestre, ma ha mantenuto la sua posizione predominante aumentando le forniture di quasi il 17%. A livello globale, le forniture di pc sono cresciute del 16%. La crescita nel mercato dell’Asia-Pacifico è stata più bassa del previsto, a causa dell’incremento dei costi dell’energia e i timori di inflazione.

Nonostante ciò, le offerte a prezzi “ultra bassi” in Europa, Medio Oriente e Africa e una grande domanda di computer portatili, insieme ad un euro forte, hanno aiutato le vendite di pc, ha riferito Idc. La ricerca di Gartner ha rivelato che il mercato dei portatili è cresciuto del 40% in queste regioni. (Fonte: lastampa.it).

I computer che bluffano

Dopo anni di fallimenti Polaris, il computer che sa “bluffare”, ha battuto per la prima volta alcuni dei più grandi campioni del mondo nel gioco del poker, dimostrando che l’intelligenza artificiale ormai può giocarsi la partita alla pari, se non meglio, della mente umana.

La sfida cervello-computer si è tenuta a Las Vegas nell’ambito di una competizione chiamata «Uomini contro Macchine». Giocando contro sei campioni che hanno raccolto la sfida, Polaris ha ottenuto tre vittorie, due sconfitte e un pareggio. Non era mai accaduto prima che un personal computer vincesse una partita contro un campione del mondo nel gioco del poker.

Undici anni fa per la prima volta un computer, il Big Blue della Ibm, aveva sconfitto il campione di scacchi Gary Kasparov. Ma gli scacchi hanno regole “logiche”. Il poker no, prevede il “bluff”. Invece tre dei più bravi giocatori al mondo sono stati sconfitti.

Enorme è stata la soddisfazione dei ricercatori canadesi dell’università di Alberta che hanno impiegato 17 anni ad infarcire la memoria artificiale di Polaris con migliaia di combinazioni possibili.

Più volte durante le partite Polaris si è mostrato decisamente aggressivo per cercare di convincere gli avversari a svelare in anticipo le proprie carte. La preparazione, secondo quanto hanno riferito i tecnici, è stata altrettanto dura: per allenarsi il computer ha giocato almeno un miliardo di partite contro se stesso.


Il progetto di questo computer intelligente, poi perfezionato negli anni, era nato all’università di Alberta nel 1991, con l’ambizioso obiettivo di riuscire a emulare le associazioni mentali non necessariamente logiche, ma di tipo «umano», proprie di un giocatore di poker. Stando ai risultati, è possibile ora dire che una macchina sa elaborare l’algoritmo del «bluff». (Fonte: lastampa.it).